Nelle foto di Giuliano Fornasari: da sinistra in senso orario: la dott.ssa Antonella Ferrario riceve il Premio Valter Sichel; Andrea Dallavalle e Lucrezia Lavelli felicitati dal presidente della Federazione regionale, Marco Benati; ragazze e ragazzi che hanno onorato con il loro impegno e i loro risultati la stagione 2017.
Claudio Enrico Baldini fu il primo (e chi poteva essere se non lui?) a stilare un elenco delle società piacentine che avevano svolto attività federale. Ne dette conto a pagina 23 del suo bel libro "Storia dell'atletica leggera piacentina", pietra angolare per la conoscenza del nostro sport nella "Città Primogenita", che ci accompagna fino al 1969, anno di pubblicazione. In quella pagina, ovviamente datata, si leggono i nomi dei pionieri come Salus et Virtus, Sport Pedestre Audace, Garibaldi di Fiorenzuola, Sport Club Robur e alcune altre fino agli anni della Guerra; nell'immediato dopoguerra, sorge la S.S.Farnesiana (che ebbe fra i suoi il nascente astro Giuseppe Dordoni), per arrivare al 1953 anno di costituzione del G.S.Calzaturificio Diana dell'industriale cav. Aldo Albonetti, club nato per favorire il rientro nello sport piacentino di Pino, adesso campione olimpico, dopo alcune stagione alla gloriosa Virtus Bologna. Edmondo Ballotta dovette attendere un anno ancora per lasciare la Stella Azzurra Parma e entrare nel "Diana". Negli anni '60 vennero il CSI, la Libertas Diana, poi le due sigle si unirono, mentre un cospicuo gruppo di atleti, animati dalla personalità dei fratelli Felice e Claudio Enrico Baldini, diedero vita ad un loro club indipendente, autonomo nella gestione tecnica ed economica: la A.A.A. Leone Vignola Agazzano. Fu una esperienza unica per chi l'ha vissuta. Dice: stiamo rifacendo la storia dell'atletica piacentina? Magari se qualcuno riprendesse in mano il lavoro di Claudio Enrico e lo continuasse, un sogno, per ora. Abbiamo fatto contenuto accenno ai sodalizi del passato solo per spronare la A.S.D. Atletica Piacenza a sentirsi erede di una cospicua eredità sportiva e sociale. Per la verità, il nucleo storico dei dirigenti questo fardello lo porta con grande responsabilità ed entusiasmo. La denominazione Atletica Piacenza, gemellata con le organizzazioni Libertas e CSI apparve per la prima volta nel 1965. Il 2017 ha elargito ulteriori motivi di orgoglio, snocciolati dal presidente Diego Sverzellati nel corso della festa corale di fine anno. Mettiamo davanti Stelle e Palme. Due onorificienze di cui andare fieri: la Stella d'Argento del C.O.N.I. al sodalizio "per la continuata e meritoria azione nel campo della promozione e dell'attività agonistica che ha contribuito a diffondere e onorare lo sport nel Paese". Scendiamo dalle stelle (siamo quasi a Natale, ci sta), e parliamo di arbusti appartenenti alla famiglia delle Arecaceae, più semplicemente conosciuti come "palme", ce ne sono centinaia di varietà, da cocco, da datteri, ecc. Quella di cui parliamo qui è una speciale: palma da premio, in questo caso forgiata in bronzo. Proprietario Ennio Buttò, che l'ha ricevuta "al merito tecnico" per essersi distinto nell'ottenimento di risultati di alto livello nazionale o internazionale con atleti da lui preparati. Saltatore in alto, all'epoca rigorosamente ventralista, un personale di 1.87, Scambiando la "elle" con la "erre", Ennio diventa un artista, un grafico sensibile e fantasioso. Abbandonate anche le palme, riferiamo di risultati dell'Atletica Piacenza, che significa un complesso di 470 tesserati, dai Centri di avviamento allo sport ai Master. Al centro di questa galassia brilla, in particolare, un nome, un piazzamento, una misura in metri e centimetri: Andrea Dallavalle, secondo ai Campionati d'Europa U20 (una volta si diceva juniores), 16 metri e 87 centimetri, primato italiano della categoria. L'espressione metrica significa la ottava misura italiana di ogni tempo, e se per caso non ci credete andate a controllare le listone (niente a che fare con il Rosatellum) italiche compilate dai nostri Rivis - Sabbadin. Con un risultato così, 'ndo vai? Er meio. Questa misura avrebbe consentito la sua legittima partecipazione ai Campionati mondiali a Londra, " ai quali ha deciso di non partecipare - scrive Sverzellati nella sua relazione - in accordo con il proprio tecnico e la sua famiglia". Innalzate un Te Deum di ringraziamento, il ragazzo ha attorno persone che hanno la materia cerebrale nel posto corretto. Nelle due categorie citate (tecnici e genitori) non è frequente, tanto che si cazzeggia dicendo che "un atleta per essere un campione deve almeno essere orfano". Di Lucrezia Lavelli abbiamo avuto modo di parlare in occasione del Premio Fratelli Baldini. Ci ha incantato la grazia, la educazione, la compostezza di questa signorinella. Se sarà altrettanto brava sulla pedana del salto con l'asta, dovrà fare i conti con le vertigini a misure più elevate. Continuiamo: per Andrea anche un titolo italiano e quattro titoli regionali, come aggiungere qualche spezia a una pietanza già tanto saporita. E gli altri? Ventidue presenze ai Campionati italiani, assortiti, 16 titoli regionali, tre titoli e tre presenze sul podio ai Campionati nazionali Master, ancora tre volte sul podio il bravo Simone Boiocchi ai Campionati FISDIR, un primato italiano, due nei confini della terra che piaceva tanto a Dalla, Morandi e Guccini (ascoltare), dodici nei tabulati del Ducato dei Farnese. Le squadre, nelle manifestazioni a loro riservate, sono state pugnaci: allieve e allievi, juniores, cadette e ragazzi, hanno tenuto alte le insegne societarie. Tradizione? Continuità? E allora non poteva mancare la eco di un nome che a Piacenza ha fatto rima con atletica: quello di Valter Sichel. Forse un giorno scriveremo la sua storia, lo meriterebbe. L'Atletica Piacenza, dal 2006, ha istituito un premio a suo nome, "Una vita dedicata all'atletica leggera". Stavolta, dalle mani del figlio di Valter, Andrea, lo ha ritirato la dott.ssa Antonella Ferrario, medico dello staff sanitario della Federazione di atletica, da anni punto di riferimento per le patologie ortopediche e traumatologiche all'Università di Pavia. Che la festa continui. Pino Dordoni, Edmondo Ballotta, Mario Vermi, Antenore Negri, Vincenzo Bertolini, Valter Sichel, Franco Rattotti, Felice e Claudio Enrico Baldini, e tutti quelli che sulla riva destra del Po hanno amato il nostro sport, non faranno certo mancare il loro sguardo benevolo da lassù. Articolo di Ottavio Castellini